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mercoledì 31 ottobre 2012

Cantiamogliene 4!


La galleria degli orrori


Ogni tanto ci piace ricapitolare e dato che il calendario ci offre una pausa, prendiamo spunto dalla festa di Halloween per ribadire quel che non ci è andato perfettamente a genio in questi ultimi tempi.
Ma partiamo come sempre da una chicca musicale e, visto il periodo, non possiamo fare a meno di parlare di zombie!
L’idea viene nel 1982 a un giovane cantante di colore che sta velocemente scalando le vette del successo planetario.
Non è ancora una star mondiale quando contatta l’attore di film horror Vincent Price e gli propone di collaborare alle riprese del video del suo ultimo singolo, della durata di circa 14 minuti ed incentrato appunto sui cosiddetti morti viventi.
Price accetta (storica la sua risata nel finale) e come remunerazione può scegliere tra un compenso immediato di 20.000 dollari o una percentuale sulle vendite del disco.
Sceglie l’opzione meno rischiosa e prende i 20.000 dollari…bene, il disco è Thriller di Michael Jackson e, ad oggi, è il più venduto della storia della musica!
Un orrore di scelta insomma, ma in fin dei conti quello era un attore famoso e i soldi erano i suoi, poco conta. Diverso è quando si maneggia denaro pubblico.
Prendiamo, per esempio, la scelta di aprire i contratti derivati che abbiamo citato qualche settimana fa, quello sì che fu un vero orrore. Rischiare il denaro della gente per farsi bello prima delle elezioni…e poi quando tutti (o quasi) se ne sono dimenticati vantarsi perfino di aver “partecipato” (quando mai?) alla miglior risoluzione possibile!
Così come è altrettanto horror la scelta di presentare un progetto di 4 Province per le Marche, contro le 3 previste dal Governo. Come al solito si pensa sempre all’interesse campanilistico.
Tutti a chiedere l’abolizione degli enti inutili, tutti ad applaudire il politico di turno che dice “aboliremo le Province”, poi quando fanno fuori la nostra ecco che come d’incanto riscopriamo l’utilità di uffici fino all’altro ieri completamente sconosciuti ai più!
Se tutte le Regioni presentassero proposte sulla falsa riga di quel che ha fatto l’assemblea legislativa marchigiana finiremmo col togliere pochissimi enti e quasi esclusivamente gli ultimi creati (neanche 10 anni fa!!!).
Altri orrori invece vengono da lontano, dalla Sicilia…echi sinistri di strane presenze, vocii in lontananza di bersaniana memoria. “Presenze” dove?
Ovunque nei meandri del potere, ovunque. Un “UFO” ribattezzato UDC che non si sa da che parte stia, ma che vinca o che perda le elezioni, il posto lo trova sempre e comunque!
Per fortuna tra i temi che abbiamo trattato non ci sono solo note negative. La nuova segnaletica turistica, che a primo impatto aveva destato qualche perplessità, dopo la divulgazione dell’opportuna legenda e la sua distribuzione nei negozi del centro ci sembra un’ottima e innovativa trovata.
Anche riguardo al nostro recente intervento in tema di viabilità abbiamo avuto modo di constatare che il Sindaco sembra aver preso in considerazione la nostra proposta di invertire il senso di via Carducci. Speriamo che porti avanti il nostro proposito, perché secondo noi potrebbe prevenire un altro piccolo “orrore”.
Non vorremmo mai resuscitare lo zombie dell’ultima rivoluzione viaria targata Corvatta!


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mercoledì 24 ottobre 2012

Cantiamogliene 4!


Raccolta firme per tenere l’erba tossica


Oggi parliamo di qualcosa che sembra lontano dalla musica, parliamo di campi sportivi.
Dico sembra lontano, perché in realtà non è così: è vero che gli stadi nascono come impianti dedicati allo sport, ma anche la musica ha saputo costruirsi al loro interno una storia fatta di grandi eventi e concerti indimenticabili.
Prendiamo Wembley ad esempio, lo stadio della nazionale di calcio inglese. Inaugurato nel 1923, oltre ad essere stato sede di importanti gare di olimpiadi, mondiali, coppe nazionali ed europee è stato uno stadio ricchissimo di eventi musicali.
Ci hanno suonato nell’ordine: Pink Floyd (1974), Queen (1986), Michael Jackson (1988), Bon Jovi (1995), Oasis (2000) e di nuovo Bon Jovi (2000).
Nel 1992 si è tenuto a Wembley il  concerto tributo a Freddie Mercury, organizzato dai rimanenti membri dei Queen dopo la morte del loro cantante, con la partecipazione di molti dei principali cantanti in circolazione.
Anche se l’evento più grande in assoluto forse fu il Live Aid del 1985, anno in cui sfilarono sul palco allestito nel più importante stadio del Regno Unito tutte le maggiori rockstar dell’epoca, per raccogliere fondi a sostegno delle popolazioni africane colpite dalla carestia.
Eppure, nonostante tutto questo glorioso passato il vecchio Wembley Stadium è stato demolito nel 2003 per lasciare spazio ad un nuovo impianto, più moderno.
Certo, demolire un vero e proprio monumento dello sport e della musica in nome del progresso può essere discutibile, ma i pragmatici inglesi avevano bisogno di uno stadio al passo coi tempi ed ecco che oggi al posto delle mitiche torrette gemelle del vecchio ingresso, vi troverete davanti un ben più avveniristico arco d’acciaio!
Di sicuro in Italia una decisione del genere avrebbe riscontrato una maggiore ostilità, basti pensare a quanto avvenuto a Recanati.

Per un campo, il Fratelli Farina, che forse ha una storia solo un tantino più insignificante di Wembley, è stata indetta una raccolta firme e si è costituita una pagina Facebook.
Per carità, il legame affettivo col “campo sportivo vecchio” è innegabile. Tantissimi ragazzi più o meno adulti hanno mosso là i loro primi passi calcistici, i più grandi ricordano anche le partite della Recanatese.
Tuttavia, a parte il discorso logistico (ormai un campo sportivo a ridosso del centro storico è un qualcosa di anacronistico), il Fratelli Farina era un campo che cadeva letteralmente a pezzi. Sarebbe stato da rifare quasi da zero: impianto di irrigazione, spogliatoi, fognature, drenaggio e manto d’erba sintetica. Per non parlare delle dimensioni e del muro di cemento a fondo campo.
Soffermiamoci sull’erba sintetica ad esempio. La macinatura di gomma, cioè i cosiddetti gommini neri di cui era ricoperto il campo, è potenzialmente dannosa per la salute, tant’è che non viene più utilizzata nei terreni di più recente costruzione.
Il fatto che il Comune volesse cedere parte dei rotoli d’erba smantellati ha fatto immediatamente drizzare i capelli a quelli che erano a conoscenza di questa circostanza.
La cosa buffa è che molti di essi sono gli stessi che hanno firmato gli appelli per mantenere il campo e continuare a farci giocare i bambini!
Ora, se l’erba “tossica” si cede ai privati non va bene, se ci giocano sopra i bambini sì?
Mah, per fortuna il Comune ha precisato che non si sta regalando nulla di tossico, al contrario di quanto scritto da qualcuno, e i bambini ora si allenano al Tubaldi con spogliatoi nuovi, campo nuovo e quant’altro.
Sicuramente il vecchio campo sportivo sopravviverà nella nostra memoria, ma per ora la nuova soluzione proposta sembra molto più funzionale, che poi se gli appassionati di calcio e di musica hanno saputo fare a meno del vecchio Wembley, anche i recanatesi potranno fare a meno del Fratelli Farina!


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mercoledì 17 ottobre 2012

Cantiamogliene 4!


Verso una viabilità “infernale”?


Per Angus Young, chitarrista degli AC/DC, essere perennemente in tour era come trovarsi in una maledetta autostrada per l’inferno. Secondo altri “Highway to Hell” (autostrada per l’inferno appunto) era una canzone dedicata a Satana.
La band australiana invece, molto più probabilmente, trasse spunto da una strada che esiste davvero.
Il cantante Bon Scott viveva a Fremantle e, da adolescente, frequentava il pub sotto al Raffles Hotel. Per raggiungere questo locale da Perth bisogna percorrere la Canning Highway, autostrada a 4 corsie, che a un certo punto diviene piuttosto ripida.
La discesa incita gli automobilisti a lasciarsi andare oltre ogni limite di velocità e l’elevato numero di incidenti ha portato a soprannominare quel tratto “autostrada per l’inferno”!
Una sorta di bretella Paolina all’australiana insomma.
So che in molti dalle nostre parti cercano di evitare quella strada, ma se le novità viarie anticipate dal Sindaco saranno confermate, ahimè, molti di noi dovranno tornarci un po’ più spesso.
Qual è il problema?
A causa dei lavori (già in corso) per il cosiddetto Centro Città 2.0 la discesa del Campo Sportivo ed il Foro Boario saranno chiusi, con annessa perdita dei relativi parcheggi.
Dunque per recuperare qualche posto auto, via Cesare Battisti sarà messa a senso unico, da Porta Marina in direzione Comune, con i parcheggi a lato ridistribuiti a spina di pesce.
La nostra proposta nel programma elettorale
Fin qui tutto bene (era una proposta del programma elettorale di Su la Testa, più volte discussa e sollecitata), d’altra parte quella via non può essere a doppio senso vista la dimensione della carreggiata in prossimità di Porta San Domenico, ma come viene sostituito il senso di marcia soppresso?
Da Porta San Filippo bisognerà addentrarsi nel rione Mercato e da lì le opzioni sono due: o si prende la famigerata bretella Paolina, oppure si taglia per via Camerano (la strada che costeggia l’ex mattatoio) e tramite via Sirolo (che sarà messa a senso unico) si raggiunge il tratto finale di via Campo Boario, sbucando infine in via Dalmazia.
Della bretella s’è già detto abbastanza, ma di questa seconda possibilità si può ben ricordare come in passato ci furono problemi legati all'intasamento dell'incrocio "a T" tra Via Campo Boario e Via Dalmazia, tanto trafficata.
Per far funzionare il meccanismo, bisogna ridurre il traffico della salita verso Porta Marina e la soluzione noi di Su la Testa l’abbiamo più volte suggerita: basta invertire il senso unico in via Carducci.
È una strada parallela a via Roma, eppure entrambe vanno dalla stessa parte, che senso ha?
In passato ci era stato risposto che con le auto in uscita da via Cesare Battisti si sarebbe creato un pericoloso incrocio proprio davanti Porta Marina, ma ora che le auto non possono più venire da quella parte, perché non si rivaluta questa opzione?
Metà del traffico proveniente da sud diretto verso il centro sarebbe dirottato da via Dalmazia a via Carducci, e l’uscita da via Campo Boario risulterebbe molto più agevole.
E se da via Carducci le auto svoltano in discesa? Bene, mettiamo un divieto. E quando tra qualche mese Viale Adriatico sarà collegato ad anello con Via Campo Boario, si può pensare ad un senso unico a salire dall’uscita di via Campo Boario fino a Porta Marina.
Ricordiamoci bene come finì l’ultima modifica viaria dell’era Corvatta… prima che sia troppo tardi, evitiamo di ricreare una viabilità “infernale”!


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mercoledì 10 ottobre 2012

Cantiamogliene 4!


Cos’ho fatto ieri? Boh!


Il 5 ottobre 1962, esattamente mezzo secolo fa, facevano il loro esordio nei negozi di dischi quattro ragazzi di Liverpool: George Harrison, John Lennon, Paul McCartney e Ringo Starr da quel giorno cambiarono la storia della musica. Il singolo in uscita era “Love Me Do” e sarebbe stato solo l’inizio di un travolgente successo.
Dunque oggi omaggiamo le loro “nozze d’oro” con la musica, parlando di una canzone in particolare, scritta da Paul.
Sembra che la melodia gli fosse venuta in mente durante il sonno ed appena alzato iniziò a suonarla al pianoforte. Come può capitare spesso a qualsiasi comune mortale, egli pensò che fosse qualcosa di già scritto, qualcosa che gli era affiorato alla mente solo per averlo già ascoltato in passato.
Col titolo provvisorio di “Scrambled Eggs” (Uova Strapazzate), McCartney iniziò a presentare la canzone a diverse persone esperte in ambito musicale chiedendo loro se l’avessero mai sentita.
Ebbene no, era una melodia nuova, creata dalla sua mente geniale e che finirà per essere incisa su vinile col nuovo nome di “Yesterday” (Ieri).
Chi non conosce Yesterday? Chi può dimenticare Yesterday? Chi può dimenticare ieri?
La risposta è…molte persone!
Prendiamo ad esempio i maggiori esponenti della fu Amministrazione Corvatta, oggi all’opposizione in Consiglio Comunale.
In questi giorni qualcuno di essi ha sollevato dubbi riguardo la gestione delle spese sostenute in occasione della cosiddetta “emergenza neve”. Da che pulpito di "economisti"!
Aprite il periodico dell’Amministrazione Comunale che avete tutti quanti nelle vostre case e andate a pagina 4: tabella “Istanze di pagamento per presunti debiti fuori bilancio”.
Ci sono ben 18 aziende che chiedono conto al Comune per un importo complessivo di quasi 2 milioni di euro per ogni tipo di lavori.
Date un’occhiata alle date, quanti ce ne sono dal 2004 al 2009? Praticamente tutti!
Chi governava in quel periodo? Mah, chi si ricorda…
Assessore al bilancio sembra fosse tale Roberto Bartomeoli, che in recenti interviste si sta addirittura vantando di aver contribuito alla felice chiusura della vicenda derivati, anzi a parer suo il Comune ci ha pure guadagnato!
Capisco che non tutti possano ricordarsi cos’hanno fatto ieri, figuriamoci se parliamo di anni fa, ma per fortuna ci sono i documenti e come si dice…carta canta!
Nell’allegato al bilancio di previsione 2012 “Nota strumenti finanziari derivati” chiunque può farsi un’idea di come erano messe le cose quando il nostro ex assessore lasciò ad altri la sua pesante eredità.
Per farla breve il Comune aveva letteralmente scommesso sull’andamento dei tassi di interesse. Se il tasso di riferimento fosse salito sopra una certa soglia avrebbe guadagnato, altrimenti avrebbe perso. Il tutto per un periodo di tempo di 15/20 anni a seconda dei contratti (ce ne sono stati in piedi anche ben 6 contemporaneamente).
Le posizioni si liquidavano periodicamente per cui il Comune, essendo in situazione sfavorevole e senza speranza di poter tornare in attivo, ogni anno sborsava alla banca centinaia di migliaia di euro. E per porre fine a tutto questo avrebbe dovuto pagare una cifra esorbitante!
Questa era la situazione lasciata dalla precedente Amministrazione e dall’assessore Bartomeoli!
La Giunta Fiordomo ha oculatamente previsto un fondo per chiudere i contratti, di un importo di gran lunga inferiore alla cifra nominalmente prevista, ma che si prevedeva di raggiungere dopo una fruttuosa trattativa.
Per vari motivi, tra cui certamente la pressione esercitata da sentenze sfavorevoli alle banche in materia di derivati alle Amministrazioni Pubbliche, la cifra realmente sborsata per la chiusura dell’intera vicenda è stata inferiore a quella prevista. Da qui la possibilità di utilizzare parte di quei fondi per altri fini, tra cui l’emergenza neve.
Ecco, vediamo di ricordarci bene le cose accadute ieri…vediamo di non dimenticare Yesterday!


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mercoledì 3 ottobre 2012

Cantiamogliene 4!


Geroglifici a Recanati


È il 1987 quando gli U2 raggiungono la vetta del successo planetario con l’album “The Joshua Tree”, grazie anche alla collaborazione di Brian Eno.
Di quell’album fa parte una canzone molto suggestiva, che ha rischiato fino all’ultimo di non essere neanche inclusa nell’incisione finale.
Stiamo parlando di “Where The Streets Have No Name”, che tradotto sarebbe “Dove le strade non hanno nome”.
La musica è opera di The Edge, storico chitarrista della band, ma quello che ha sempre incuriosito i più è a cosa faccia riferimento il testo.
Gli U2 due anni prima avevano partecipato al Live Aid, evento benefico in favore delle popolazioni africane e Bono, in compagnia della moglie, aveva anche visitato l’Etiopia, Paese in cui le strade appunto non hanno nomi, ma numeri.
In realtà, però, il testo prende spunto dalla città di Belfast in Irlanda del Nord, dove le persone vengono categorizzate in base alla via e al numero civico della propria abitazione: condizione economica, religione, provenienza sono facilmente desumibili sulla base del semplice indirizzo e più ci si avvicina alla collina, più aumenta lo stato di benessere.
Ecco allora che sognare strade senza nomi equivale a sognare una società più equa.
Che c’entra questo con Recanati? Da noi le strade un nome ancora ce l’hanno.
Quelle sì in effetti, sono i nostri monumenti a non averlo più!
A differenza di quanto avviene in Etiopia, però, ora non sono identificati da numeri, bensì da veri e propri geroglifici! O, quanto meno, da una riedizione moderna del sistema di scrittura egizio.
È facile notare in questi giorni diverse persone che, scrutando la nuova cartellonistica turistica, si scervellano per dare un’interpretazione ai vari segni.
Cerchiamo di capirci qualcosa, prima che il Comune ci fornisca una definitiva e chiarificatrice stele di Rosetta!
Alcuni simboli sono facilmente riconoscibili e possiamo convenire che nessuno si dovrebbe perdere alla ricerca di toilette, poste, area wifi, punto di informazione, ecc.
Altri invece necessitano di un’accurata spiegazione, ad esempio:
·         l’uccellino rappresenta la Torre del Passero Solitario, a meno che un turista di passaggio non lo scambi per una riserva ornitologica (il che potrebbe causare una cocente delusione, visto che al massimo troverebbe qualche puzzolente piccione nel chiostro di Sant’Agostino);
·         la ruota è la piazza vista dall’alto, per cui gli UFO non dovrebbero trovare particolari problemi, mentre chi cammina a terra potrebbe non comprendere, soprattutto qualora non avesse mai visto piazza G. Leopardi e quindi non ne conoscesse la forma;
·         il tempio non è la banca, ma il museo di Villa Colloredo Mels;
·         la croce greca dovrebbe indicare il Duomo e non una tomba templare;
·         l’8 orizzontale è il simbolo dell’infinito in matematica, dunque trattasi del Colle dell’Infinito. Siamo più che certi che qualcuno debba fare un bel ripassino prima di comprenderne al volo il significato;
·         il punto da cui si diramano dei raggi dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) rappresentare il punto panoramico. L’abbiamo dedotto perché, dopo un’accurata caccia al tesoro, ci siamo trovati all’interno di Palazzo Venieri.
Ora un turista potrebbe dire: “non potevano lasciare le scritte di prima?”. A dir la verità un paio di scritte ci sono (“Gigli” e “Leopardi” per distinguere le due case natali), ma dobbiamo anche ammettere, al di là delle battute, che la nuova cartellonistica quanto meno consente di evitare ogni problema linguistico e si apre dunque al turismo straniero.
Tanto più se consideriamo che alcuni dei simboli utilizzati sono internazionalmente riconosciuti.
Non meno importante inoltre è l’aspetto estetico, notevolmente migliorato con le tavole in legno, rispetto agli oramai obsoleti cartelli metallici.
Certo è che non sapevamo che il Comune avesse incaricato uno scriba piuttosto che un architetto, il che è tutt’altro che denigratorio, anzi. Magari da domani ci troviamo un bel disegno al posto del nome della nostra via e potremmo portare Recanati alla ribalta come il Paese dove le strade non hanno nome!


LP