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giovedì 15 aprile 2010

La bomba dei "DEBITI FUORI BILANCIO"

Articolo tratto dal secondo numero di "SulaTestaNews" - Febbraio 2010, che ha fatto imbizzarrire qualche rinomato politico recanatese...

Quando un Comune decide di effettuare una determinata spesa, sia essa una spesa corrente o un investimento, deve tassativamente seguire un determinato iter.
In particolare le spese correnti devono essere supportate dal relativo “impegno di spesa”, assunto dall’Ente sulla base dei capitoli di spesa del Bilancio preventivo. Anche per gli investimenti deve sussistere un impegno di spesa, a meno che essi non siano specificatamente legati ad un mutuo. Successivamente il Comune stipula un contratto con il privato a cui si affida per l’opera in questione. La procedura sembra chiara, eppure le cose al Palazzo appaiono molto più ingarbugliate.
Pare infatti che da sei mesi si presenti quotidianamente in Comune un via vai di ditte che chiedono alla nuova Amministrazione di venir pagate per prestazioni che non risultano da nessun impegno di spesa! Si parlerebbe di lavori effettuati negli anni addietro partendo addirittura dal 2002, e ancora non pagati, per un totale pare di diverse centinaia di migliaia di euro! Sembrerebbero lavori fatti eseguire “a chiamata”, senza disponibilità di fondi e senza contratti scritti… ma com’è possibile? Avranno i vecchi Amministratori seguito una prassi diversa dal regolare iter previsto dalla legge??
In questo caso si sarebbero creati dei debiti di cui nei Bilanci Comunali (vecchi e nuovi) non vi è traccia, denominati per l’appunto “debiti fuori bilancio”. Questi debiti di fatto spuntano fuori solamente nel momento in cui le ditte si presentano per richiederne il pagamento, e diventano effettivi soltanto se, e nel momento in cui, il Consiglio Comunale li riconosce: altrimenti rimangono “ipotetici”.
In effetti, chi reclama il riconoscimento di un tale debito, deve avere prove che inducano l’Amministrazione a riconoscerlo tramite una perizia sull’opera compiuta che attesti l’effettiva entità dell’esborso: nel caso venga verificata l’effettiva realizzazione di un’opera o servizio che ha portato al Comune utilità o arricchimento (ad es. lavori su plessi scolastici), il debito deve essere malgrado tutto riconosciuto, anche in assenza di un preesistente contratto (T.U. d. lgs. 267/2000 art. 191 - 194). In caso di riconoscimento, poi sarà compito del Consiglio Comunale prevedere come coprire le “nuove” spese.
Invece per alcuni casi, in particolare riguardo a prestazioni di servizi (ad es. taglio dell’erba, sgombro della neve, imbrecciature, ecc.), dimostrare e verificare l’avvenuta prestazione e l’entità della stessa è praticamente impossibile: in questi casi, anche qualora le prestazioni fossero realmente avvenute, è come se non fossero mai esistite (trovandosi in assenza di contratto scritto)! E questo anche in caso di fatturazione da parte della ditta.
Chi paga per simili condotte? Gli amministratori sono responsabili moralmente e politicamente, mentre i dipendenti comunali, in particolare i dirigenti, possono rispondere in sede disciplinare (non avendo rispettato una procedura interna), civile (se hanno cagionato danni al Comune o al privato in questione) e penale (in caso di tangenti o altre fattispecie penalmente rilevanti).
Queste vicende avranno forse contribuito anche a qualche “cambio” all’interno del Palazzo? E se così fosse, non sembrerebbe un azzardo far entrare dalla porta in Provincia chi è uscito dalla finestra in Comune?
Sta di fatto che i prossimi Consigli Comunali si occuperanno di queste vicende. Ma è giusto che la nuova Amministrazione paghi lavori eventualmente effettuati sulla base di accordi a voce o di "foglietti volanti"? Perchè queste ditte non si sarebbero fatte pagare da chi gli ha commissionato i lavori a suo tempo? O magari da qualche dipendente che nonostante tutto ancora sarebbe seduto al posto di sempre…

Luca Petrelli, Emanuele Severini

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