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domenica 26 gennaio 2014

Piazza "verde" Villa Teresa: qualche privato troverà più ascolto delle voci delle mamme, dei bambini, degli scolari, degli educatori, dei fedeli, degli anziani, dei giovani del quartiere???


La nota vaga dell'Amministrazione comunale riguardo l'incontro avvenuto con gli abitanti del quartiere Villa Teresa martedì scorso ci lascia ancora una volta… “perplessi”. Numerose sono infatti le imprecisioni e le “lacune” sulle quali vogliamo ritornare.

Gli stessi amministratori non hanno parlato più di "Piazza verde" (che negli anni è diventato solo uno slogan, uno spot politico-elettorale), bensì più esattamente di "piazza pedonale".
Il progetto presentato, infatti, di "verde" ha ben poco: l'attuale giardino alberato quarantennale con l’area giochi scompariranno, “sostituiti” da un'altra area pedonalizzata situata sul tetto del futuro supermercato (un solarium???) dove però solo circa il 30% della superficie sarà "a prato", a fronte di un 70% di copertura sintetica. Niente alberi ad alto fusto, niente ombra.
Invece a ridosso del cortile della parrocchia, dove abitualmente vengono gestite le attività per i più piccoli, al posto degli attuali giardini storici ci sarà il nuovo parcheggio a due piani da 75 posti (con relativa strada d'accesso e traffico di auto).

Più che riqualificare, è un progetto che cementifica ancor di più la zona. Un progetto che, ci teniamo a ricordarlo, era stato presentato negli anni passati in versioni ben diverse agli abitanti del quartiere. Ora, a contratto firmato e cantiere avviato, si è deciso di ascoltare le proposte degli abitanti. Non era forse più logico e giusto farlo prima?

Una chiara e migliorativa proposta di variante per il progetto è stata comunque presentata agli amministratori: spostare il parcheggio sul tetto del supermercato (che in ogni caso, su ammissione di tutti, non sarebbe verde, tantomeno alberato o ombreggiato) e ristrutturare l'attuale area giochi, per salvaguardare almeno quel poco di verde rimasto a Villa Teresa.
Una variante che contiamo verrà presa in considerazione ed attuata dai tecnici del Comune e dei privati che vanno a dirigere tutta l’operazione edilizia (avallata dal Comune). Sicuri che qualche privato non troverà più ascolto delle voci delle mamme, dei bambini, degli scolari, degli educatori, dei fedeli, degli anziani, dei giovani, degli abitanti del quartiere e oltre. Giusto???

Movimento politico Su la Testa Recanati

venerdì 24 gennaio 2014

Il Comune ha dovuto incontrare noi cittadini, ed ammettere che la famosa "Piazza Verde" del progetto... non sarebbe "verde"! Richieste dai presenti sostanziose modifiche!

Ieri sera (21 gennaio 2014) finalmente incontro nel salone parrocchiale a Villa Teresa tra alcuni rappresentanti del Comune (sindaco Fiordomo, ass. Galassi, Arch. Paduano, Arch. Agostinelli, Ing. Birrozzi direttore dei lavori dei privati) ed i cittadini per parlare del progetto e cantiere della (pseudo)Piazza verde.
E' stata finalmente l'occasione di confronto/scontro, di proposte, di sollevamento di dubbi, di PARTECIPAZIONE della gente alle scelte che ricadono sulla vita della comunità (anche se il mega-accordo è... TRA PRIVATI, AVALLATO dal Comune). Quindi un bell'evento "eccezionale", di vera sana Politica (con la P maiuscola) dei cittadini, che invece sarebbe dovuto essere la "normalità" (e fatto prima).
Dall'incontro, la proposta/richiesta emersa nei confronti del Comune è stata:
1) NON toccare gli attuali giardini alberati quarantennali (che nel progetto andrebbero invece sventrati a favore di un parcheggio a 2 piani, che inficerebbe col traffico auto pure sul cortile della parrocchia)
2) Sostituire il piazzale sul tetto del supermercato con i parcheggi
3) Sistemare il verde esistente e attrezzarlo, anche con nuovi bagni pubblici.

I rappresentanti del Comune per la prima volta hanno ammesso che la "Piazza verde" del progetto, in realtà, NON SAREBBE "VERDE", ma piuttosto una "Piazza pedonale", in quanto:
- NON dotata di alberatura ad alto fusto, nè ombreggiatura;
- il prato coprirebbe solo il 30% dei famosi "1.500 mq pedonali" del piazzale; il resto sarebbe o pavimentato, o coperto con materiale in gomma antinfortunistico intorno alle altalene (o altri giochi), o spazio per gli "sfiati" degli impianti del sottostante nuovo supermercato.
Dal Comune c'è stato l'impegno, ritenuto fattibile (anche dal direttore dei lavori in rappresentanza del privato), di destinare questo spiazzale (che tanto, su ammissione di tutti, NON sarebbe verde) sul tetto del supermercato a parcheggio, e mantenere/risanare il giardino esistente, i giochi e l'alberatura quarantennale.
Attendiamo novità a brevissimo, attenti sull'evoluzione degli eventi!

 
Movimento politico Su la Testa Recanati



Ricostruzione approssimata di come sarebbero i volumi
in base al progetto presentato dal Comune

lunedì 20 gennaio 2014

MA QUALE PIAZZA VERDE. A VILLA TERESA NASCERA' UN ALTRO SUPERMERCATO... (VERDE).

Ricostruzione approssimata dei volumi del progetto

Sono anni che sento parlare del progetto "piazza verde" per il quartiere Villa Teresa.
Già nel 2009, poco dopo la vittoria di Francesco Fiordomo alle ultime elezioni, comparvero in città grandi manifesti dell'Amministrazione Comunale per annunciare l'inizio dei lavori. Sembrava un'opera dall'avvio imminente.. e invece poi per 4 anni non ne abbiamo saputo nulla.
Fino ad oggi. E' notizia di questi giorni infatti l'apertura del cantiere nel piazzale tra il complesso IRCER di Villa Teresa, la scuola Elementare di Via dei Politi e la chiesa di Cristo Redentore.
Un inizio che ha colto tutti di sorpresa. Nessuna riunione infatti è stata indetta nel quartiere nei mesi scorsi per presentare il progetto agli abitanti della zona. Strano, eppure stiamo parlando di un progetto privato da 600 mila euro che cambierà radicalmente una delle zone più popolose di Recanati. Progetto che negli anni è stato totalmente stravolto, rispetto all'ipotesi originaria di cui molti dei residenti e dei fruitori del quartiere erano a conoscenza.
Ma non era forse questa l'amministrazione comunale che si faceva vanto delle campagne d'ascolto nei quartieri? Eppure recentemente l'amministrazione si è presentata a Villa Teresa: ma solo per parlare degli importantissimi microchip della monnezza! Mica dei progetti faranoici che cambieranno il volto del quartiere.
Non era lo stesso sindaco Fiordomo nella scorsa campagna elettorale a consigliare di "fare molta attenzione con i privati" nella gestione dell'amministrazione pubblica?
Veniamo poi a sapere che la famosa "piazza verde" altro non sarà che un supermercato, in parte interrato, sul tetto del quale verrà realizzata una grande area a prato, mentre al posto dell'attuale parco giochi alberato sorgerà un parcheggio a due piani ad uso primario del nuovo supermercato.
Insomma, più che un'area verde Villa Teresa avrà un "supermercato verde", che sostituirà quello già esistente vicino Piazzale Europa. Un supermercato (ed il suo traffico di auto e camion) posizionato tra una scuola elementare, una parrocchia e un complesso per anziani. Possiamo parlare di una posizione realmente idonea per una simile attività commerciale?
Gli abitanti della zona traeranno un vero giovamento da questa "grande opera"? Come cambierà la viabilità nel quartiere? Nessun altro progetto era davvero ipotizzabile per migliorare un'area verde di una zona della città altrimenti dominata dal cemento e dall'asfalto?
A queste e ad altre domande spero che qualcuno voglia al più presto rispondere.

di Luca Principi, per Su la Testa

ARRIVANO LE RUSPE... COME RUSPE!


E’ sconcertante.
A Villa Teresa sono partiti coi lavori della (pseudo)piazza (pseudo)verde senza avvisare nessuno: né la scuola, né la Parrocchia, né i residenti…
Hanno tolto contemporaneamente TUTTI i parcheggi alla scuola, agli addetti ed ai genitori in pieno anno scolastico; hanno tolto tutti i parcheggi per il mercato del martedì; hanno tolto tutti i parcheggi per la parrocchia e per le sue attività in pieno svolgimento (celebrazioni, catechismi, ecc)…

Fregandosene tra l’altro del fatto che tra pochi giorni, il 25 gennaio, la chiesa di Cristo Redentore ospiterà un evento regionale come la 13° Marcia della Pace Recanati-Loreto promossa da molti soggetti tra cui Caritas, Acli, Azione Cattolica… con almeno mille partecipanti da ogni parte della regione. E che poi il 1° febbraio sempre Cristo Redentore ospiterà un altro evento di livello diocesano come la Festa della Pace di Acr, che si prevede attirerà oltre 200 bambini (più educatori/familiari al seguito) da ogni parte della diocesi.

Parcheggi a disposizione? Zero, se si esclude il riversamento sulla residenziale Via dei Politi.
Addirittura, spudoratamente, è stato piazzato un “divieto di transito eccetto autorizzati” anche di fronte all’ingresso principale della chiesa da Via Brodolini
Almeno i fedeli ed il parroco saranno “autorizzati” da lorsignori?

Ma davvero (se proprio si doveva… e qui si aprirebbe tutto un altro ampio discorso!) non si poteva e non si può intervenire diversamente e con maggior confronto e buonsenso??

di Emanuele Severini

PUNITI DEI COMMERCIANTI FAVOREVOLI ALL'ISOLA PEDONALE?


Non so se vi siete accorti di che fine prematura abbiano fatto gli addobbi natalizi (alberelli, ecc.) di via Roma.
Cosa è accaduto realmente tra Natale e Capodanno da quelle parti?

Ebbene, dei commercianti, d’accordo col Comune, decidono di apporre degli addobbi a proprie spese (circa 200 € ciascuno) e di organizzare alcune iniziative, la cui realizzazione è legata al divieto di transito per le auto.

Dopo i primi giorni festivi, gli accordi presi col Sindaco sembrano venire disattesi, perché, forse su pressione di commercianti di altre zone o di qualcuno che non poteva rinunciare a parcheggiare in divieto di sosta, la ZTL viene cancellata proprio in corrispondenza di alcuni appuntamenti che avrebbero dovuto tenersi in via Roma.
I commercianti della zona devono desistere e rinunciano a porre in essere le iniziative previste a causa dell’impossibilità di portarle adeguatamente a termine con un’auto che passa ogni 30 secondi e decidono, però, di scrivere una pacifica lettera di chiarimento ai cittadini e di "rimostranza" al Comune.

Il fatto è decisamente inconsueto per la categoria recanatese dei commercianti: per la prima volta qualcuno di loro vuole apertamente la famigerata isola pedonale!
Invece a qualcun altro questa “alzata di testa” non piace…forse rendere pubblici certi argomenti "contro" l'Amministrazione di questi tempi equivale quasi a “lesa maestà”?
Fatto sta che pochi giorni dopo, in piene festività natalizie, ai commercianti di via Roma viene intimato di sgombrare la carreggiata dagli alberelli natalizi che avevano acquistato e addobbato a spese proprie (parte dei sopra citati 200 €), quindi dopo aver fatto un investimento che avrebbe dovuto coprire tutta la durata delle feste!

Davano realmente fastidio? Se sì, perché non dirlo sin dall’inizio evitando una spesa "inutile" ai commercianti in questo tempo di crisi? Galeotta fu la lettera?
Vi pare normale che quando una volta, per la prima volta, dei commercianti pretendono l’isola pedonale nel centro storico, noi li trattiamo in questa maniera qua?
Un paese che vuole puntare sul turismo non può andare avanti così, il tratto di via Roma in particolare è quello in cui capita più spesso di vedere poveri malcapitati, magari con bagaglio al seguito, strisciare appiccicati ai muri anneriti dallo smog…e noi facciamo buttar via gli alberi e ristabiliamo il dominio incontrastato dell’automobile (anche in sosta vietata) in centro!

Che resti tra noi, mi raccomando, non vogliamo mica che ci intimino di sgomberare anche questo articolo dal blog…


di Luca Petrelli

UN CONSIGLIO COMUNALE PER IL NULLA... IL VERO NOCCIOLO DELLA QUESTIONE MICROCHIP

Ho assistito giovedì sera a buona parte della discussione sugli ormai famigerati microchip in Consiglio Comunale.
Beh, vi riporto il commento di due giovani ragazzi incontrati nel Salone degli Stemmi mentre se ne andavano a casa: “Nessuno ha mai nominato la parola “ambiente"!”.
Ed avevano perfettamente ragione, perché le parti, sia pro che contro il microchip, erano interessate a tutto tranne che a quello!

Da una parte una maggioranza sorda alle più banali richieste di spiegazioni, concentrata solo nel mantenere un provvedimento ad ogni costo e non curante di qualsiasi critica o proposta costruttiva, dall’altra un’opposizione impegnata come non mai a cavalcare un’onda popolare che potrebbe portarle qualche voto in più alle prossime comunali!
Tra chi s’immaginava i più fantasiosi tipi di sabotaggio ai sacchetti del vicino e chi urlava a favore del provvedimento come un ultras infervorato senza minimamente argomentare con un briciolo di ragionamento, si è perso di vista il vero nocciolo della questione!
Aumentare del 6% la differenziata è un obiettivo mirabile, sia partendo da una percentuale bassa che da un buon 76% come nel nostro caso.
Il nocciolo della questione è come farlo?

Con questo progetto, unico proposto dal Cosmari al Comune, con un bando per assegnare la fornitura di microchip in cui s’è presentata una sola azienda (insomma non proprio esattamente la migliore soluzione di un enorme ventaglio di scelte disponibili!), i risultati possibili sono 3:

1. Raggiungere l’obiettivo dell’82% di differenziata facendo informazione nei vari quartieri, ma questo lo si poteva fare benissimo anche senza spendere 117.000 € annui in inutili adesivi;

2. Raggiungere l’obiettivo dell’82% facendo leva sulla paura delle multe, cosa che nel breve periodo si ottiene con la minaccia di sanzioni e nel lungo praticandole inflessibilmente a chi sgarra…vi piace come metodo? Siamo sicuri di prendere davvero chi non fa differenziata? O si beccano solamente i piccoli errori? Chi non differenzia consapevolmente secondo voi adotterà i sacchetti col microchip o comprerà al supermercato i vecchi involucri neri di una volta? E via via con tutti gli esempi illustrati giovedì nelle maniere più fantasiose e stravaganti…

3. Non raggiungere l’obiettivo perché, una volta svanito l’effetto della campagna d’informazione, le multe non verranno praticate (sai com’è…sotto elezioni, magari poi si perde qualche voto di troppo!) e l’unica cosa che resterà di tutto questo saranno i 117.000  € da pagare ogni anno al Cosmari!
Io sono dell’idea che la raccolta differenziata dovrebbe risultare economica al cittadino, quindi il microchip potrebbe tornare utile solamente nel caso in cui dovesse servire per calcolare la tassa puntuale di ciascuno.

Ora, nel 2013, noi a bilancio mettiamo questa spesa di 117.000 € fatta a dicembre (oro per chi riceve questi soldi proprio in chiusura d’anno!), quando nello stesso periodo noi tutti abbiamo regolarmente pagato la TARES con annesso aumento statale (tra l’altro…sicuri che il Comune non poteva ridurre la parte propria di tassa? Con 120.000 €, la spesa più o meno dei microchip, avrebbe potuto evitare 30 € d’aumento a 4.000 famiglie con case di 100 metri quadrati).

Quindi per il 2013 i soldi sono stati letteralmente buttati via; nel 2014, cioè dopo le elezioni, vedremo se ci sarà qualche ritorno almeno per noi cittadini con un ipotetico passaggio ad una tariffa puntuale (è previsto?)…dato che il Comune ci andrà comunque di rimessa: nella migliore delle ipotesi butterà via 31.000 € anziché 117.000!

In ogni caso invece c’è qualcuno che ci guadagnerà sempre: il Cosmari che ha presentato il progetto e la mitica unica azienda a presentarsi al bando per la fornitura di microchip!
Che sbadati gli altri che si son dimenticati…


di Luca Petrelli

BIO-INGIUSTIZIE: PROPOSTE PER SUPERARE LE INGIUSTIZIE DELLA TARES


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Nelle ultime settimane il tema “rifiuti” è stato al centro delle chiacchiere cittadine e le polemiche sono aumentate a dismisura con il salasso della TARES, una vera e propria mazzata sulle tredicesime dei recanatesi. Ma i rifiuti non erano una risorsa? Un aumento della raccolta differenziata non dovrebbe portare vantaggi economici ai cittadini? A quanto pare no.

Senza dubbio coloro che subiscono la beffa maggiore a fronte di tali tariffe, sottoposte ad un’accise statale aggiuntiva di 0.30€/mq, sono gli abitanti delle campagne, molto numerosi in paesi come Recanati. Chi vive in campagna solitamente smaltisce la componente umida dei rifiuti in casa, senza la necessità di buttarla negli appositi contenitori (peraltro inesistenti nelle zone rurali), infatti gli scarti umidi sono spesso cibo per gli animali da cortile, fertilizzante per il giardino oppure sono deposti nell’apposita compostiera a marcire. Quindi a fronte di una minore produzione di rifiuti, la tassa da pagare non cambia, anzi (oltre al danno, la beffa…) essendo le abitazioni in campagna solitamente più grandi degli appartamenti del centro abitato, spesso ci si trova a pagare addirittura di più.

Per evitare questa disparità sociale (introdotta nel 2009 con la parificazione delle tariffe) ci sono molti modi: sicuramente quello più facile e più sbagliato da adottare sarebbe abbassare le tariffe in campagna ed alzarle nei centri abitati, e non mi stupirei se venisse adottato domani stesso.
Oppure si può cercare di valorizzare la parte secca dei rifiuti agricoli che i contadini hanno in abbondanza e che molto spesso, essendo inutilizzati, vengono bruciati nei campi.
Sto parlando di potature, sterpaglie, paglia, foglie e simili. Tutti rifiuti apparentemente inutili ma in realtà ottimo carburante per centrali a biomasse per la produzione di energia elettrica (o biogas) e di calore.

Tali centrali sono molto diffuse soprattutto in pianura padana, hanno un efficienza che può raggiungere picchi superiori al 90% e sfruttano la combustione regolabile di scarti vegetali.
Esse risultano convenienti dal punto di vista economico ed ambientale se sono soddisfatte tali condizioni:
  • Invarianza agro-morfologica dei terreni adiacenti la centrale (non devono essere previste colture ad hoc ma si devono utilizzare solo materiali di scarto) 
  • Vicinanza tra la centrale ed i materiali che la alimentano (evitare trasporti troppo lunghi

Nelle aree rurali di Recanati non sarebbe troppo difficile trovare luoghi adeguati per la costruzione di mini-centrali a biomasse economiche, poco invasive e non inquinanti, con generazione di energia intorno ai 15-20kWh. 
Inoltre, in presenza di una rete distribuita nelle varie zone rurali, si potrebbe anche organizzare facilmente il trasporto delle sterpaglie, soggetto a distanze relativamente brevi. 

Ricollegandosi al discorso originario sullo smaltimento dei rifiuti umidi, è automatico che, riconoscendo agli agricoltori un compenso anche piccolo per la “consegna” di materiali che prima erano inutilizzati, si compensa l’ingiustizia per la parificazione della TARES. 
E’ evidente che in questo modo si potrebbe facilmente creare un circolo virtuoso che porterebbe alla produzione di energia pulita e rinnovabile, e tutti coloro che abitano nelle campagne avrebbero la possibilità di essere ricompensati per la “consegna” di scarti vegetali. 

Non è sicuramente semplice realizzare quanto proposto, in particolar modo bisogna organizzare in maniera intelligente il trasporto dei rifiuti vegetali dai terreni agricoli alle mini-centrali, in tempi e modi prestabiliti. Ma fondamentale è soprattutto informare i cittadini ed incentivarli a collaborare spiegando gli enormi vantaggi per tutti: nessun rischio per la salute, produzione di energia pulita e conseguente riduzione dell’inquinamento. Il tutto utilizzando rifiuti. 

La mia è solo un’idea, ma è un’idea che permette di rispondere in maniera affermativa alle domande poste all’inizio. Ma i rifiuti non erano una risorsa? Un aumento della raccolta differenziata non dovrebbe portare vantaggi economici ai cittadini?

di Danilo Fuselli

UNA RICETTA PER USCIRE DALLA CRISI: RIFLESSIONI DOPO L'INCONTRO-CONFERENZA CON PAOLO BARNARD

Da buon laureato di economia venerdì scorso ho deciso di partecipare all’incontro organizzato a Porto Recanati dal gruppo consiliare Alternativa Civica, col supporto dell’associazione ME-MMT Marche, con Paolo Barnard, giornalista cofondatore di Report e tra i principali esponenti italiani delle Modern Money Theory (MMT) o Mosler Economics.

Barnard definisce un “economicidio” per l’Italia l’attuale politica economica europea e nella conferenza di venerdì ha voluto spiegare come si può uscire dalla crisi seguendo i dettami di questa nuova corrente economica.
Barnard parte da due presupposti per comprendere al meglio il funzionamento del modello economico ideato da Warren Mosler:

1.  le decisioni economiche che possono cambiare radicalmente la vita delle persone sono quelle prese a livello macroeconomico ed attualmente per noi tale livello corrisponde alla politica economica europea, di cui quella italiana è solamente un’appendice.

2.  lo Stato deve avere necessariamente il monopolio della produzione di moneta, il suo ruolo deve essere di sostegno allo sviluppo economico con l’immissione nel settore privato del denaro prodotto, attraverso la spesa pubblica.

Da ciò si evince che le istituzioni politiche ed economiche a cui chiedere un cambio di rotta sono quelle europee, non quelle italiane, e che l’euro viene considerato come un errore, perché toglie all'Italia l’unica concreta possibilità di intervenire a sostegno dello sviluppo.
Infatti la ricchezza, secondo la Mosler Economics, viene generata esclusivamente dallo Stato stampando moneta (da cui anche il nome di teoria monetaria moderna).

La moneta stampata viene immessa nel settore privato tramite la spesa pubblica. I privati se la scambiano tra loro senza creare ulteriore ricchezza (ad ogni transazione a fronte di un ricavo per l’uno c’è sempre un costo per l’altro, a fronte di un credito c’è sempre un debito).
Le tasse dovrebbero essere utilizzate poi dallo Stato esclusivamente per regolare il livello di moneta presente nel circuito economico onde evitare eccessiva inflazione o svalutazione.

Avendo lo Stato la possibilità di stampare moneta a volontà, non ha bisogno di contrarre debiti: a nuove spese corrisponde nuova moneta stampata.
Per creare ricchezza è necessario che la spesa pubblica sia di gran lunga superiore alle tasse.
E qui Paolo Barnard ricorda che in Italia invece è stato inserito in Costituzione il pareggio di bilancio.
Tra teorie del complotto delle elite bancarie e possibili Comitati di Liberazione Nazionale riconosciuti dall'ONU per arrivare ad una sorta di sciopero fiscale regolarizzato, io, che avevo avvicinato per la prima volta le idee dell'MMT attraverso il libro “Non ci possiamo permettere uno Stato sociale. Falso” di Federico Rampini (decisamente meno “estremista”), cerco di trarre dal tutto qualcosa di effettivamente realizzabile e meno utopistico.

L’uscita dall’euro nel breve termine non sembra una via praticabile, lo stesso Barnard ricorda ad esempio che non si possono fare referendum sui trattati internazionali, quindi non resta altro che tentare di convincere l’Europa ad abbandonare i criteri di Maastricht, in particolare il limite deficit/PIL, fissato nella misura arbitraria del 3%.

La storia (in particolare Keynes e il New Deal di Roosevelt dopo la crisi del ’29, ma anche la ricostruzione postbellica europea e il boom italiano degli anni ’60-’70) ci ha insegnato che l’economia di un Paese per crescere ha bisogno della spinta della spesa pubblica.
In particolare nei momenti di crisi è necessario che lo Stato abbassi le tasse alle imprese già in difficoltà e intervenga a sostegno della domanda (meglio se con opere pubbliche e sussidi alla disoccupazione come fece Roosevelt che con le commesse belliche come fece Hitler).

Giappone, USA e Gran Bretagna stanno già procedendo in questa direzione: hanno attualmente rapporti deficit/PIL compresi tra l’8% e il 10% e la loro economia rifiata.
Inoltre la loro moneta si svaluta e da ciò trae giovamento anche l’export, seppure Barnard ammonisce che mettersi in competizione con Cina e simili porterebbe i nostri salari a livellarsi sugli standard dei nostri competitors e quindi adabbassarsi drasticamente.
Certo, dipende da cosa si esporta, ad esempio la Germania mantiene alti livelli salariali nonostante la sua economia si basi principalmente sull’export. Questo perché la Germania si è specializzata in prodotti di alta qualità, che i competitors low cost non sono ancora in grado di replicare.

Allora perché non possiamo aumentare il nostro rapporto deficit/PIL al 10% (cosa che secondo gli economisti dell’MMT ci permetterebbe di ritornare a respirare) aumentando la spesa pubblica e abbattendo drasticamente la pressione fiscale?
Perché ciò significherebbe contrarre nuovi debiti, dato che l’Italia non può stampare propria moneta, e questo farebbe schizzare alle stelle gli interessi sui titoli di Stato (e di conseguenza il famigerato spread fra i tassi dei titoli italiani e quelli dei titoli tedeschi, misura del rischio di insolvenza).
Perciò abbiamo bisogno di un intervento della Banca Centrale Europea del “nostro” Mario Draghi che dica ai mercati: “Garantiamo noi i titoli italiani.
Solo così gli investitori potranno essere rassicurati e non chiederanno interessi esorbitanti, permettendo all’Italia di finanziare la sua uscita dalla crisi!

A suon di austerità, tagli alla spesa e nuove imposte è vero che lo Stato italiano non fallisce, ma falliranno tutte le nostre imprese, falliremo tutti noi cittadini, non si può andare avanti così!
Io mi sento cittadino europeo e adoro l’idea di un’Europa unita, anche nel segno dell’Euro, ma non può esistere un’Europa di serie A al nord e un’Europa di serie B al sud, tanto vale dividersi subito…speriamo veramente che si possa cambiare rotta, tutti assieme!

di Luca Petrelli

L'AMBIENTE, IL VERDE E LA VIVIBILITA' RECANATESE ATTRAVERSO LA NUOVA ISOLA ECOLOGICA...




Leggiamo: "Per una città sempre più verde e un ambiente sempre più pulito a Recanati arriva la nuova isola ecologica."
Nuova isola ecologica. Grande, tecnologica, ecc... Ok.

Ma... sta a Squartabue (Villa Musone), oggettivamente "fuori mano", e verrà ragionevolmente usata meno dai recanatesi rispetto all'attuale. Alla faccia dell'ambiente.

Il recanatese che vorrà usarla, dovrà fare ogni volta una media di 10 km (andata, + altri 10 km ritorno) con la macchina per recarsi sul posto. Alla faccia dell'ambiente.

I camion del Cosmari, non vengono da Tolentino? Allora ogni volta dovranno attraversare tutta Recanati da Sambucheto a Villa Musone (andata e ritorno) per le operazioni di carico-scarico dell'isola ecologica. Alla faccia dell'ambiente.

La ditta che ha realizzato questa nuova isola ecologica non l'ha fatto "a gratis" come riportato (che sia l'ennesimo "scherzo"?) sul comunicato del Comune, ma ha ottenuto in cambio diverse cose interessanti (nel complessivo "dare-avere" dell'accordo 2010), tra cui la possibilità di cementificare 6.500 metri cubi in Via Fratelli Farina (zona Palazzetto dello Sport), 2.200 metri cubi in Contrada Castelnuovo e altro. Alla faccia dell'ambiente.

"Per una città sempre più verde e un ambiente sempre più pulito a Recanati"... dicevamo (dicono) all'inizio...

Certo, la cosa positiva è che si sposta l'attuale isola ecologica "provvisoria" da Via Ceccaroni, ubicazione troppo vicina alle abitazioni (problema rumori e odori). Ma almeno la si poteva spostare (come proposto svariate volte negli anni passati) ad esempio in zona Palazzetto dello Sport, centrale ma lontano dalle abitazioni. Dato che quella zona, come detto sopra, verrà cementificata comunque...

di Emanuele Severini