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lunedì 20 gennaio 2014

UN CONSIGLIO COMUNALE PER IL NULLA... IL VERO NOCCIOLO DELLA QUESTIONE MICROCHIP

Ho assistito giovedì sera a buona parte della discussione sugli ormai famigerati microchip in Consiglio Comunale.
Beh, vi riporto il commento di due giovani ragazzi incontrati nel Salone degli Stemmi mentre se ne andavano a casa: “Nessuno ha mai nominato la parola “ambiente"!”.
Ed avevano perfettamente ragione, perché le parti, sia pro che contro il microchip, erano interessate a tutto tranne che a quello!

Da una parte una maggioranza sorda alle più banali richieste di spiegazioni, concentrata solo nel mantenere un provvedimento ad ogni costo e non curante di qualsiasi critica o proposta costruttiva, dall’altra un’opposizione impegnata come non mai a cavalcare un’onda popolare che potrebbe portarle qualche voto in più alle prossime comunali!
Tra chi s’immaginava i più fantasiosi tipi di sabotaggio ai sacchetti del vicino e chi urlava a favore del provvedimento come un ultras infervorato senza minimamente argomentare con un briciolo di ragionamento, si è perso di vista il vero nocciolo della questione!
Aumentare del 6% la differenziata è un obiettivo mirabile, sia partendo da una percentuale bassa che da un buon 76% come nel nostro caso.
Il nocciolo della questione è come farlo?

Con questo progetto, unico proposto dal Cosmari al Comune, con un bando per assegnare la fornitura di microchip in cui s’è presentata una sola azienda (insomma non proprio esattamente la migliore soluzione di un enorme ventaglio di scelte disponibili!), i risultati possibili sono 3:

1. Raggiungere l’obiettivo dell’82% di differenziata facendo informazione nei vari quartieri, ma questo lo si poteva fare benissimo anche senza spendere 117.000 € annui in inutili adesivi;

2. Raggiungere l’obiettivo dell’82% facendo leva sulla paura delle multe, cosa che nel breve periodo si ottiene con la minaccia di sanzioni e nel lungo praticandole inflessibilmente a chi sgarra…vi piace come metodo? Siamo sicuri di prendere davvero chi non fa differenziata? O si beccano solamente i piccoli errori? Chi non differenzia consapevolmente secondo voi adotterà i sacchetti col microchip o comprerà al supermercato i vecchi involucri neri di una volta? E via via con tutti gli esempi illustrati giovedì nelle maniere più fantasiose e stravaganti…

3. Non raggiungere l’obiettivo perché, una volta svanito l’effetto della campagna d’informazione, le multe non verranno praticate (sai com’è…sotto elezioni, magari poi si perde qualche voto di troppo!) e l’unica cosa che resterà di tutto questo saranno i 117.000  € da pagare ogni anno al Cosmari!
Io sono dell’idea che la raccolta differenziata dovrebbe risultare economica al cittadino, quindi il microchip potrebbe tornare utile solamente nel caso in cui dovesse servire per calcolare la tassa puntuale di ciascuno.

Ora, nel 2013, noi a bilancio mettiamo questa spesa di 117.000 € fatta a dicembre (oro per chi riceve questi soldi proprio in chiusura d’anno!), quando nello stesso periodo noi tutti abbiamo regolarmente pagato la TARES con annesso aumento statale (tra l’altro…sicuri che il Comune non poteva ridurre la parte propria di tassa? Con 120.000 €, la spesa più o meno dei microchip, avrebbe potuto evitare 30 € d’aumento a 4.000 famiglie con case di 100 metri quadrati).

Quindi per il 2013 i soldi sono stati letteralmente buttati via; nel 2014, cioè dopo le elezioni, vedremo se ci sarà qualche ritorno almeno per noi cittadini con un ipotetico passaggio ad una tariffa puntuale (è previsto?)…dato che il Comune ci andrà comunque di rimessa: nella migliore delle ipotesi butterà via 31.000 € anziché 117.000!

In ogni caso invece c’è qualcuno che ci guadagnerà sempre: il Cosmari che ha presentato il progetto e la mitica unica azienda a presentarsi al bando per la fornitura di microchip!
Che sbadati gli altri che si son dimenticati…


di Luca Petrelli

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