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martedì 4 ottobre 2011

Servono soluzioni serie, non speculazioni sul Bilancio!

Nota del Movimento Socio-Politico Su la Testa

Il movimento socio-politico Su la Testa ritiene di dover esprimere alcune osservazioni riguardo le “questioni di bilancio” emerse negli ultimi giorni sulla stampa locale.

Sappiamo da anni ormai che il bilancio del Comune di Recanati soffre di un forte squilibrio della parte corrente: le entrate “ordinarie” (imposte, trasferimenti statali, ecc.) non sono in grado di coprire le uscite “ordinarie” (per servizi sociali, eventi culturali, stipendi personale, sicurezza, ecc.) per circa 3 milioni di euro. Per questo ci si ritrova ogni anno a ricorrere ad entrate di tipo “straordinario” (vendita immobili, aree verdi, quote di partecipazione e quant’altro).

È vero che non si può sempre guardare al passato, ma il bilancio è di per sé uno strumento che riflette scelte passate (vedi interessi sui mutui ad esempio); dunque è evidente che gran parte della responsabilità risiede nelle passate amministrazioni.

Detto questo, però, non è che si possa andare avanti a lamenti e piagnistei.

vignetta bilancio
Non condividiamo la linea di certe neonate o vetuste compagini politiche cittadine che cavalcano al solito il problema gridando con leggerezza “al lupo al lupo” sulla stampa, sollevando polveroni senza cavare concretamente un ragno dal buco. Ma d'altronde lo stile politico allarmista della "campagna anti-Parco di Villa Colloredo" non è stato rinnegato, ed evidentemente l'esito della vicenda non è servito da lezione (eppure lampante..!)

Alcuni altri ipocritamente puntano il dito contro le tanto disprezzate (solo da loro) "feste e festicciole", quelle che essi non sapevano organizzare e che, forse per questo, pensano siano la causa di ogni male del bilancio. Peccato che se il bilancio comunale ha uno squilibrio strutturale perenne di 3 milioni di euro annui, tagliando i 200.000€ annui investiti in animazione, spettacoli, iniziative giovanili, ci sarebbe comunque uno squilibrio di 2,8 milioni di euro annui. Avremmo forse risolto il problema??? No, semplicemente avremmo ottenuto soltanto una città morta!...

Ma tralasciando la demagogia politica e scendendo sul tecnico, a noi sembra che la gestione di questa situazione di squilibrio sia un po' approssimativa. Non si può nascondere che, di fronte ad una situazione di carenza di entrate e con un patrimonio che si sta sempre più riducendo, in futuro il Comune rischia veramente di essere costretto a svendere gioielli di famiglia pur di incamerare soldi.

Perchè, vada anche bene oggi vendere la quota di partecipazione della farmacia: entrano circa 900.000 €, rinunciando ad una rendita annuale di appena 12.500 €. Ci sembra un buon affare, ma l’anno prossimo avremo altre farmacie da vendere?

In questo senso, il nostro auspicio è che si ponga mano quanto prima ad un processo più serio di programmazione e riorganizzazione.

Bisogna sapere in anticipo quanti soldi verranno a mancare gli anni prossimi (lo Stato stringe sempre più la cinghia), quanti ne devono entrare tramite vendite, quale parte del patrimonio può essere ceduta e quale invece può essere utilizzata meglio per farla rendere di più, quali attività e spese si possono (e si dovranno) tagliare o ottimizzare!

È un processo che permetterebbe di pensare più a lungo termine ed evitare situazioni di emergenza già viste in passato: svendite dell'ultima ora, strani passaggi di immobili agli IRCER, contratti derivati, ecc., pur di presentarsi belli e sorridenti alle elezioni!

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