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martedì 29 maggio 2012

Cantiamogliene 4!


  
La politica ad una svolta, ma sarà abbastanza rock?

Ci sono dei momenti in cui gli eventi imprimono un’accelerazione alla storia. Come quella sera del 6 luglio del lontano 1954.
La WHBQ, stazione radio di Memphis, sta per passare un nastro. Si tratta di una registrazione alquanto bizzarra per l’epoca: un ragazzotto bianco che si cimenta in un pezzo di “musica nera”, di rhythm & blues, dal titolo “That’s All Right Mama”.
Era già un po’ di tempo a dir la verità che nuove sonorità si stavano diffondendo nel sud degli Stati Uniti, soprattutto tra i ragazzi di colore, discendenti di schiavi liberati migrati verso il sud, influenzati anche dalla vicinanza con i coetanei bianchi.
Le diverse etnie si contagiavano tra loro, così le tradizioni nere del gospel e del jazz si fondevano con il country ed il folk ed iniziavano ad utilizzare le nuove chitarre elettriche, gli amplificatori, i microfoni.
Mancava poco e la diga, già piuttosto crepata, non avrebbe più retto la piena e il rock’n’roll avrebbe inondato il mondo intero.
Il produttore Sam Phillips annunciava profetico: “Se trovassi un ragazzo bianco con la sonorità e la sensibilità di un nero, guadagnerei un miliardo di dollari”.
Beh, quel nuovo cantante passato alla radio la sera del 6 luglio 1954 era Elvis Presley e la profezia si rivelò azzeccatissima!
Secondo l’autorevole rivista Rolling Stone quella registrazione segnò la nascita del rock’n’roll.
Ora noi non sappiamo definire con certezza la data in cui un cambiamento epocale può dirsi compiuto, certamente, però, nel corso della storia ci sono degli eventi che sono capaci di imprimere una svolta, un’accelerazione ad un processo già in atto.
Ecco perché dire che la "Seconda Repubblica" in Italia è finita può essere inesatto, ma dire che sta finendo è senz’altro veritiero!
L’ultima tornata elettorale, le amministrative del 2012, è là a dimostrarcelo.
Cos’è successo?
Innanzi tutto quasi la metà degli aventi diritto non ha votato, segno evidente che in molti hanno perso completamente fiducia verso la nostra attuale classe dirigente.
Poi c’è il risultato straordinario del Movimento 5 Stelle, espressione di una forte volontà di cambiamento, cosa che ha riguardato in una certa parte anche le Marche, così come un rinnovato vigore delle liste civiche locali.
Ed infine la vittoria “mutilata” del centro-sinistra.
Vediamo i risultati dei ballottaggi marchigiani.
Il centro-sinistra allargato all’UDC, il cosiddetto "laboratorio Marche", funziona e vince solo a Fabriano, patria del governatore Spacca.
A Civitanova Marche l’UDC va da sola e non prende neanche 500 voti (il 2,5%), mentre il centro-sinistra vince al ballottaggio, ma con un candidato espresso da una "lista socialista".
Come vince pure a Porto San Giorgio, anche qui senza i centristi.
A Sant’Elpidio a Mare il centro-sinistra è con l’UDC e perde contro IdV e liste civiche. Stessa sorte nella roccaforte di Jesi (in questo caso senza UDC) dove il candidato sindaco, già assessore regionale del PD, perde contro tre liste civiche.
A Tolentino il centro-sinistra (con il candidato sindaco consigliere regionale del PD) perde clamorosamente contro il PDL, facendo registrare l’unico ribaltone a favore del centro-destra!
Come mai questi risultati contrastanti?
È chiaro come incida molto la scelta dei candidati. Laddove la gente intravede una discontinuità col passato, il centro-sinistra è premiato, quando invece la gente percepisce una continuità, una affinità con la classe politica dominante, i risultati sono completamente diversi.
Le primarie spesso aiutano, purché non siano pilotate dalle segreterie di partito!
Il centro-destra esce con le ossa rotte e non poteva essere altrimenti. A Recanati si era già avuto un assaggio nel 2009, in perfetta controtendenza col resto d’Italia. Eravamo stati un po’ dei premonitori, oggi l’obiettivo si sposta sul non rimanere indietro.
Troppo spesso vediamo i politici nostrani fare calcoli sulla base di percentuali o pacchetti di voto, come se il risultato di un’elezione non fosse altro che un’equazione matematica.
Ad oggi certe manovre, certe alleanze, sono il frutto della sopravvalutazione di alcuni partiti e la sottovalutazione di altri, in particolare delle liste civiche, che invece sembrano trarre nuova linfa dagli ultimi risultati. Di questo passo non è detto che l’elettorato resti sempre fedele ai soliti simboli, e affiancare al proprio quello dei partiti che hanno fatto la storia dell’ultimo ventennio rischia di compromettere fortemente il risultato finale.
La diga della seconda repubblica vacilla, a questo punto basta che emerga un nuovo fenomeno Elvis ed eccoci immediatamente proiettati nel futuro!

LP 
 

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