La politica ad una
svolta, ma sarà abbastanza rock?
Ci sono dei momenti
in cui gli eventi imprimono un’accelerazione alla storia. Come quella sera del
6 luglio del lontano 1954.
La WHBQ, stazione
radio di Memphis, sta per passare un nastro. Si tratta di una registrazione
alquanto bizzarra per l’epoca: un ragazzotto bianco che si cimenta in un pezzo
di “musica nera”, di rhythm & blues, dal titolo “That’s All Right Mama”.
Era già un po’ di
tempo a dir la verità che nuove sonorità si stavano diffondendo nel sud degli
Stati Uniti, soprattutto tra i ragazzi di colore, discendenti di schiavi
liberati migrati verso il sud, influenzati anche dalla vicinanza con i coetanei
bianchi.
Le diverse etnie si
contagiavano tra loro, così le tradizioni nere del gospel e del jazz si
fondevano con il country ed il folk ed iniziavano ad utilizzare le nuove
chitarre elettriche, gli amplificatori, i microfoni.
Mancava poco e la
diga, già piuttosto crepata, non avrebbe più retto la piena e il rock’n’roll
avrebbe inondato il mondo intero.
Il produttore Sam
Phillips annunciava profetico: “Se trovassi un ragazzo bianco con la sonorità e
la sensibilità di un nero, guadagnerei un miliardo di dollari”.
Beh, quel nuovo
cantante passato alla radio la sera del 6 luglio 1954 era Elvis Presley e la
profezia si rivelò azzeccatissima!
Secondo
l’autorevole rivista Rolling Stone quella registrazione segnò la nascita del
rock’n’roll.
Ora noi non
sappiamo definire con certezza la data in cui un cambiamento epocale può dirsi
compiuto, certamente, però, nel corso della storia ci sono degli eventi che
sono capaci di imprimere una svolta, un’accelerazione ad un processo già in
atto.
Ecco perché dire
che la "Seconda Repubblica" in Italia è finita può essere inesatto,
ma dire che sta finendo è senz’altro veritiero!
L’ultima tornata
elettorale, le amministrative del 2012, è là a dimostrarcelo.
Cos’è successo?
Innanzi tutto quasi
la metà degli aventi diritto non ha votato, segno evidente che in molti hanno
perso completamente fiducia verso la nostra attuale classe dirigente.
Poi c’è il
risultato straordinario del Movimento 5 Stelle, espressione di una forte volontà
di cambiamento, cosa che ha riguardato in una certa parte anche le Marche, così
come un rinnovato vigore delle liste civiche locali.
Ed infine la
vittoria “mutilata” del centro-sinistra.
Vediamo i risultati
dei ballottaggi marchigiani.
Il centro-sinistra
allargato all’UDC, il cosiddetto "laboratorio Marche", funziona e
vince solo a Fabriano, patria del governatore Spacca.
A Civitanova Marche
l’UDC va da sola e non prende neanche 500 voti (il 2,5%), mentre il
centro-sinistra vince al ballottaggio, ma con un candidato espresso da una
"lista socialista".
Come vince pure a
Porto San Giorgio, anche qui senza i centristi.
A Sant’Elpidio a
Mare il centro-sinistra è con l’UDC e perde contro IdV e liste civiche. Stessa
sorte nella roccaforte di Jesi (in questo caso senza UDC) dove il candidato
sindaco, già assessore regionale del PD, perde contro tre liste civiche.
A Tolentino il
centro-sinistra (con il candidato sindaco consigliere regionale del PD) perde
clamorosamente contro il PDL, facendo registrare l’unico ribaltone a favore del
centro-destra!
Come mai questi
risultati contrastanti?
È chiaro come
incida molto la scelta dei candidati. Laddove la gente intravede una
discontinuità col passato, il centro-sinistra è premiato, quando invece la
gente percepisce una continuità, una affinità con la classe politica dominante,
i risultati sono completamente diversi.
Le primarie spesso
aiutano, purché non siano pilotate dalle segreterie di partito!
Il centro-destra
esce con le ossa rotte e non poteva essere altrimenti. A Recanati si era già
avuto un assaggio nel 2009, in perfetta controtendenza col resto d’Italia.
Eravamo stati un po’ dei premonitori, oggi l’obiettivo si sposta sul non
rimanere indietro.
Troppo spesso
vediamo i politici nostrani fare calcoli sulla base di percentuali o pacchetti
di voto, come se il risultato di un’elezione non fosse altro che un’equazione
matematica.
Ad oggi certe
manovre, certe alleanze, sono il frutto della sopravvalutazione di alcuni
partiti e la sottovalutazione di altri, in particolare delle liste civiche, che
invece sembrano trarre nuova linfa dagli ultimi risultati. Di questo passo non
è detto che l’elettorato resti sempre fedele ai soliti simboli, e affiancare al
proprio quello dei partiti che hanno fatto la storia dell’ultimo ventennio
rischia di compromettere fortemente il risultato finale.
La diga della
seconda repubblica vacilla, a questo punto basta che emerga un nuovo fenomeno
Elvis ed eccoci immediatamente proiettati nel futuro!
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