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mercoledì 6 ottobre 2010

12 Febbraio 2010: Su la Testa e la stupenda serata con DON LUIGI MEROLA a Recanati - SulaTestaNews Aprile 2010



Continuiamo ad inserire anche in questo blog gli articoli di argomento socio-politico che sono stati pubblicati nei primi tre numeri del nostro periodico "SulaTestaNews", ricordandovi che a breve uscirà il prossimo numero.
Oggi vi riproponiamo il resoconto, pubblicato sul numero di Aprile 2010, del primo incontro con don Luigi Merola a Recanati , organizzato dall'Associazione Culturale-Ricreativa Su la Testa e che ha visto la partecipazione di oltre 200 persone.
Buona lettura!

Cambiare per non morire!”: con queste parole ci si presenta don Luigi Merola, giovane sacerdote, parroco per 7 anni a Forcella, uno dei quartieri più di fficili e degradati di Napoli.

Fuori, Piazza Leopardi è ricoperta di neve. Dentro, l’Aula Magna del Comune è gremita di gente: tutti in ascolto attento del “Prete anti-Camorra”, appellativo a ffibbiato dai media a don Luigi. Il quale tenta però di scrollarselo di dosso: “Ognuno di noi deve denunciare e combattere le ma fie, le ingiustizie che trova innanzi ogni giorno. Accettare passivamente signi fica morire!”.
Scelta coraggiosa, di vita, quella di don Luigi che lo ha portato al trasferimento a Roma per motivi di sicurezza, dove dal 2007 collabora col Ministero dell’Istruzione. Così si defi nisce “parroco itinerante. Perché non si è parroci solo se si hanno 4 mura. I preti devono essere pescatori di uomini, devono stare in mezzo alla gente. La Chiesa del grembiule è quella che vuole la gente!”.
Con il supporto di alcuni video, scorre il racconto di don Luigi: l’esperienza di parroco a Forcella, il contrasto alla Camorra e, ancor più, all’indi fferenza della gente, l’impegno nel dare ai ragazzi delle speranze… Con il raggiungimento di importanti risultati, come la denuncia e lo smantellamento del traffi co di droga e delle telecamere camorriste, perché “bisogna collaborare! Non possiamo solo dire che l’Italia è rovinata: se esiste la Camorra è perché per tanto tempo noi abbiamo chiuso gli occhi!”. E poi la creazione di oratorio, ludoteca, laboratori e persino di una scuola a Forcella per togliere i giovani dalla strada ed evitare che diventassero manovalanza dei clan. Ecco perché “l’Italia ha bisogno di un esercito, sì… ma di maestri, insegnanti, educatori! L’ignoranza... l’ignoranza rende forte la Mafia!
Ma in contemporanea a tutto questo don Luigi ha vissuto anche il dolore dell’uccisione di una ragazza del proprio oratorio in un regolamento di conti tra clan, l’isolamento, le minacce, 3 attentati subiti e l’obbligo di vivere sotto la scorta dei propri “angeli custode terreni” Peppe e Pasquale.
La testimonianza di Don Luigi ci conduce a ri flettere sul concetto di legalità quotidiana e sui valori che stiamo perdendo, spronando le coscienze dei presenti, incitando le forze dell’ordine, gli amministratori, gli insegnanti, i genitori, gli educatori e soprattutto i giovani (“dobbiamo dare spazio ai giovani!”).
Dunque, aspettare la morte per cambiare? No! Cambiare (noi stessi) per non morire!” Occorre impegnarsi tutti, subito, per poter realmente incidere nella realtà in cui viviamo, “nell’associazionismo, nelle istituzioni locali, negli uffici pubblici… Perché le ingiustizie non nascono solo dove girano le pistole: le questioni della legalità e moralità non vanno circoscritte solo alle zone dove è presente la Camorra!”.
La serata, in un lampo, volge alla conclusione. Don Luigi ci promette che tornerà a Recanati il 31 Maggio alle 18,30 , insieme al noto magistrato Fabio Regolo, che opera in Calabria, per continuare ed approfondire il discorso sulla legalità.
Un sentito ringraziamento alla disponibilità di don Luigi, a tutti i nostri collaboratori tra cui Giovanna Foresi ed alle tante persone che, nonostante la neve, hanno preso parte all’iniziativa. Tutte concordi a fine serata nel ritenere che “però ne è valsa davvero la pena!”.

Emanuele Severini


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