Born in the U.S.A.
In realtà questa nuova rubrica, “Cantiamogliene 4!”, non nasce negli Stati Uniti, ma nello spazio virtuale di questo blog. Il suo carattere principale è quello di prendere spunto da un brano, da un verso, da un aneddoto appartenenti al mondo della musica per poi legarsi ad un tema d’attualità cittadina.
“Born in the U.S.A.” è una delle canzoni più famose del grande cantautore americano Bruce Springsteen. Il riferimento al proprio Paese del titolo potrebbe lasciar pensare ad un’ode patriottica. Tutt’altro. Nascere negli Stati Uniti è significato per molti dover combattere una guerra, quella del Vietnam, che viene più o meno apertamente definita inutile dal Boss.
Potremmo dire che nel bene e nel male ognuno di noi ha una dicitura all’interno della propria carta d’identità: “nato a”.
C’è chi gli dà più peso, chi meno, fatto sta che da questa Pasqua in poi sarà più difficile vedere associato a quella dicitura il nome di Recanati.
Dispiace veder chiudere il punto nascite del Santa Lucia, perché senz’altro rappresenta uno dei pochi reparti di un ospedale in cui le gioie superano i dolori.
Scelte della Regione, imposizioni legislative nazionali?
Nella logica del risparmio delle risorse e dell’unificazione dei reparti, risulta difficile prevedere un futuro roseo per una struttura come quella recanatese. L’edificio ha una certa età, la posizione non è delle più comode, ma anche molti altri centri limitrofi lamentano le stesse criticità (basti pensare a Loreto, Osimo, ecc.).
Forse la soluzione migliore sarebbe quella di creare un progetto condiviso, proprio tra paesi limitrofi, cercando di superare le barriere provinciali e ripensando gli accorpamenti con centri troppo distanti.
Magari dovremmo rinunciare comunque alla scritta “nato a Recanati”, ma potremmo ripiegare su un pur sempre onorevole “nato a Villa Musone”!
LP
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