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mercoledì 26 settembre 2012

Cantiamogliene 4!


Abolite le Province, ma non la nostra!


Ebbene sì, è arrivato anche il loro momento: i Rolling Stones esordiscono oggi nella nostra rubrica di musica e attualità.
L’istrionico e provocante cantante della formazione britannica, Mick Jagger, nel lontano 1964 entra in una drogheria del piccolo paese di Excelsior nel Minnessota, per ordinare una “cherry coke”, vale a dire una Coca-Cola con ciliegie.
Nel vedersi rispondere dal droghiere che di quella bevanda in quel posto non ce n’è neanche l’ombra, Jagger stupefatto esclama: “Non avete cherry coke?”
Da dietro una voce sussurra: “Non puoi avere sempre quello che vuoi” (che in inglese suona come “You Can’t Always Get What You Want”).
Nasce così una delle canzoni più famose degli Stones e l’ispiratore, un ragazzo leggermente disabile del luogo di nome Jimmy Huthmaker, viene citato nel testo (“Mr. Jimmy”) e verrà portato in limousine a tutti i futuri concerti della band nelle vicinanze!
Non puoi avere sempre quel che vuoi, concetto semplice, ma c’è sempre chi non si accontenta, soprattutto in politica.
“Aboliamo le province!” è l’urlo di guerra e le folle adulanti che invocano la risoluzione definitiva accorrono ad applaudire. Poi per passare dalle parole ai fatti…
Primo problema: quali province abolire? Troppo facile rispondere “Tutte!”. Accontentiamoci per ora di una sostanziosa scrematura. Sono stati fissati due criteri:
1) popolazione minima: 350.000 abitanti;
2) superficie minima: 2.500 chilometri quadrati.
Bene, procediamo: nelle Marche ciò significa che saranno accorpate le Province di Macerata (non raggiunge i 350.000 abitanti), Fermo e Ascoli Piceno (ovviamente al di sotto di entrambi i limiti dopo la scellerata decisione di dividersi in due).
Già qui iniziano i primi mugugni, ma di queste città chi resta capoluogo? La più popolosa, quindi Ascoli Piceno. Mai fosse!
Metà delle Marche finirebbero nella stessa provincia, con servizi quali Questura, Prefettura, comandi provinciali delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco, collegi e ordini professionali, uffici provinciali di ministeri, INPS, INAIL, associazioni di categoria, sindacati, ecc. dislocati all’estremo sud del nuovo territorio provinciale!
Ecco che politici di ogni estrazione iniziano a lamentarsi, in primis quelli che siedono sulle poltrone scottanti, figurarsi se per mantenerle si è cambiato perfino schieramento da un’elezione all’altra!
Cadono nel vuoto perfino gli ordini di partito, che in fondo è lo stesso che in Parlamento vota per il riordino e in Provincia si lamenta! Ma non si può avere sempre tutto, come ricordava Jimmy da Excelsior e questi vogliono gli applausi da una parte (“via gli sprechi!”) e le poltrone dall’altra!
Se poi si vuole far realmente qualcosa per i cittadini, in modo da rendere più vicini i servizi che Recanati perde con la destituzione della Provincia di Macerata la soluzione potrebbe essere finire sotto Ancona, che è notevolmente più vicina di Ascoli.
Anche se l’utopia di una Regione senza province resta, ma come si sa: you can’t always get what you want!


LP

1 commento:

Unknown ha detto...

Bell'articolo...