Geroglifici a Recanati
È il 1987 quando
gli U2 raggiungono la vetta del successo planetario con l’album “The Joshua
Tree”, grazie anche alla collaborazione di Brian Eno.
Di quell’album fa
parte una canzone molto suggestiva, che ha rischiato fino all’ultimo di non
essere neanche inclusa nell’incisione finale.
Stiamo parlando di
“Where The Streets Have No Name”, che tradotto sarebbe “Dove le strade non
hanno nome”.
La musica è opera
di The Edge, storico chitarrista della band, ma quello che ha sempre
incuriosito i più è a cosa faccia riferimento il testo.
Gli U2 due anni
prima avevano partecipato al Live Aid, evento benefico in favore delle
popolazioni africane e Bono, in compagnia della moglie, aveva anche visitato
l’Etiopia, Paese in cui le strade appunto non hanno nomi, ma numeri.
In realtà, però, il
testo prende spunto dalla città di Belfast in Irlanda del Nord, dove le persone
vengono categorizzate in base alla via e al numero civico della propria
abitazione: condizione economica, religione, provenienza sono facilmente
desumibili sulla base del semplice indirizzo e più ci si avvicina alla collina,
più aumenta lo stato di benessere.
Ecco allora che
sognare strade senza nomi equivale a sognare una società più equa.
Che c’entra questo
con Recanati? Da noi le strade un nome ancora ce l’hanno.
Quelle sì in effetti, sono i nostri monumenti a non averlo più!
Quelle sì in effetti, sono i nostri monumenti a non averlo più!
A differenza di
quanto avviene in Etiopia, però, ora non sono identificati da numeri, bensì da
veri e propri geroglifici! O, quanto meno, da una riedizione moderna del
sistema di scrittura egizio.
È facile notare in questi
giorni diverse persone che, scrutando la nuova cartellonistica turistica, si
scervellano per dare un’interpretazione ai vari segni.
Cerchiamo di
capirci qualcosa, prima che il Comune ci fornisca una definitiva e
chiarificatrice stele di Rosetta!
Alcuni simboli sono
facilmente riconoscibili e possiamo convenire che nessuno si dovrebbe perdere
alla ricerca di toilette, poste, area wifi, punto di informazione, ecc.
Altri invece
necessitano di un’accurata spiegazione, ad esempio:
·
l’uccellino rappresenta la Torre del
Passero Solitario, a meno che un turista di passaggio non lo scambi per una
riserva ornitologica (il che potrebbe causare una cocente delusione, visto che
al massimo troverebbe qualche puzzolente piccione nel chiostro di Sant’Agostino);
·
la ruota è la piazza vista
dall’alto, per cui gli UFO non dovrebbero trovare particolari problemi, mentre
chi cammina a terra potrebbe non comprendere, soprattutto qualora non avesse
mai visto piazza G. Leopardi e quindi non ne conoscesse la forma;
·
il tempio non è la banca, ma il
museo di Villa Colloredo Mels;
·
la croce greca dovrebbe indicare il
Duomo e non una tomba templare;
·
l’8 orizzontale è il simbolo dell’infinito
in matematica, dunque trattasi del Colle dell’Infinito. Siamo più che certi che
qualcuno debba fare un bel ripassino prima di comprenderne al volo il
significato;
·
il punto da cui si diramano dei
raggi dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) rappresentare il punto panoramico.
L’abbiamo dedotto perché, dopo un’accurata caccia al tesoro, ci siamo trovati
all’interno di Palazzo Venieri.
Ora un turista
potrebbe dire: “non potevano lasciare le scritte di prima?”. A dir la verità un
paio di scritte ci sono (“Gigli” e “Leopardi” per distinguere le due case
natali), ma dobbiamo anche ammettere, al di là delle battute, che la nuova
cartellonistica quanto meno consente di evitare ogni problema linguistico e si
apre dunque al turismo straniero.
Tanto più se
consideriamo che alcuni dei simboli utilizzati sono internazionalmente riconosciuti.
Non meno importante
inoltre è l’aspetto estetico, notevolmente migliorato con le tavole in legno,
rispetto agli oramai obsoleti cartelli metallici.
Certo è che non
sapevamo che il Comune avesse incaricato uno scriba piuttosto che un
architetto, il che è tutt’altro che denigratorio, anzi. Magari da domani ci
troviamo un bel disegno al posto del nome della nostra via e potremmo portare
Recanati alla ribalta come il Paese dove le strade non hanno nome!
LP
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