Abolite le Province, ma non la nostra!
Ebbene sì, è
arrivato anche il loro momento: i Rolling Stones esordiscono oggi nella nostra
rubrica di musica e attualità.
L’istrionico e
provocante cantante della formazione britannica, Mick Jagger, nel lontano 1964
entra in una drogheria del piccolo paese di Excelsior nel Minnessota, per
ordinare una “cherry coke”, vale a dire una Coca-Cola con ciliegie.
Nel vedersi
rispondere dal droghiere che di quella bevanda in quel posto non ce n’è neanche
l’ombra, Jagger stupefatto esclama: “Non avete cherry coke?”
Da dietro una voce
sussurra: “Non puoi avere sempre quello che vuoi” (che in inglese suona come
“You Can’t Always Get What You Want”).
Nasce così una
delle canzoni più famose degli Stones e l’ispiratore, un ragazzo leggermente
disabile del luogo di nome Jimmy Huthmaker, viene citato nel testo (“Mr.
Jimmy”) e verrà portato in limousine a tutti i futuri concerti della band nelle
vicinanze!
Non puoi avere
sempre quel che vuoi, concetto semplice, ma c’è sempre chi non si accontenta,
soprattutto in politica.
“Aboliamo le
province!” è l’urlo di guerra e le folle adulanti che invocano la risoluzione
definitiva accorrono ad applaudire. Poi per passare dalle parole ai fatti…
Primo problema:
quali province abolire? Troppo facile rispondere “Tutte!”. Accontentiamoci per
ora di una sostanziosa scrematura. Sono stati fissati due criteri:
1) popolazione
minima: 350.000 abitanti;
2) superficie minima: 2.500 chilometri quadrati.
Bene, procediamo: nelle
Marche ciò significa che saranno accorpate le Province di Macerata (non
raggiunge i 350.000 abitanti), Fermo e Ascoli Piceno (ovviamente al di sotto di
entrambi i limiti dopo la scellerata decisione di dividersi in due).
Già qui iniziano i
primi mugugni, ma di queste città chi resta capoluogo? La più popolosa, quindi
Ascoli Piceno. Mai fosse!
Metà delle Marche
finirebbero nella stessa provincia, con servizi quali Questura, Prefettura,
comandi provinciali delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco, collegi e
ordini professionali, uffici provinciali di ministeri, INPS, INAIL, associazioni
di categoria, sindacati, ecc. dislocati all’estremo sud del nuovo territorio
provinciale!
Ecco che politici
di ogni estrazione iniziano a lamentarsi, in primis quelli che siedono sulle
poltrone scottanti, figurarsi se per mantenerle si è cambiato perfino
schieramento da un’elezione all’altra!
Cadono nel vuoto
perfino gli ordini di partito, che in fondo è lo stesso che in Parlamento vota
per il riordino e in Provincia si lamenta! Ma non si può avere sempre tutto,
come ricordava Jimmy da Excelsior e questi vogliono gli applausi da una parte
(“via gli sprechi!”) e le poltrone dall’altra!
Se poi si vuole far
realmente qualcosa per i cittadini, in modo da rendere più vicini i servizi che
Recanati perde con la destituzione della Provincia di Macerata la soluzione
potrebbe essere finire sotto Ancona, che è notevolmente più vicina di Ascoli.
Anche se l’utopia
di una Regione senza province resta, ma come si sa: you can’t always get what
you want!