Mi
raccomando...multate pure la macchina dei Beatles!!!
Questa settimana
partiamo da una copertina, una delle più famose della storia della musica:
quattro ragazzi barbuti attraversano le strisce pedonali davanti agli studi
della casa discografica Apple, ad Abbey Road, Londra. Titolo dell’album: “Abbey Road” appunto, tra i brani “Come Together” e “Here Comes The Sun”.
Parliamo dei
Beatles e della leggenda che vuole che uno dei leader del gruppo, Paul
McCartney, sia in realtà morto in un incidente stradale tenuto nascosto nel
1966, per essere successivamente rimpiazzato da un sosia.
Secondo i
sostenitori di questa teoria la copertina di questo album è ricca di indizi. I
più evidenti?
Paul è il terzo
Beatle ad attraversare la strada e la sua figura appare molto strana rispetto
agli altri: è scalzo, con gli occhi chiusi e con la sigaretta sulla mano
sbagliata (in realtà è mancino), secondo alcuni è come se fosse il suo fantasma
o il suo feretro.
Gli altri
rappresenterebbero rispettivamente: un sacerdote (John Lennon vestito di
bianco), un uomo che porta la bara (Ringo Starr, in nero) e un becchino (George
Harrison, in jeans, cioè in indumenti da lavoro).
Inoltre la targa
dell’auto parcheggiata sulla sinistra è “IF28”, tradotto “SE28”, cioè “se fosse
ancora vivo, avrebbe 28 anni”, cosa che corrisponde quasi a verità, se si prendesse
in considerazione la data di concepimento e non quella di nascita.
Altri “indizi” sono
contenuti in tracce e copertine di questo e altri album, ma il fatto è che se
McCartney fosse veramente morto nel ’66, la sua quasi quarantennale carriera da
lì in avanti sarebbe allora da attribuire al suo sostituto? Beh, bravino sto
sosia!
Ma soprattutto, chi
parcheggiò quella macchina targata IF28 in quel modo!?!
Evidentemente a
Londra erano sprovvisti di ausiliari della sosta...figure professionali che
dalle nostre parti di certo non mancano!
L’altro giorno è
venuto a Recanati il Ministro dei Diritti Umani dell’Ambasciata Argentina e noi
come l’abbiamo accolto? Come direbbe Giacomo nel famigerato sketch di “Tre uomini e una gamba”...con una bella multina!
Per di più si è
pure infierito sulla macchina di un disabile che partecipava allo stesso
convegno presenziato dal Ministro.
Ma non c’era una
sentenza del Giudice di Pace che decretava l’illegittimità dei parcheggi a
pagamento in Corso Persiani?
Art. 7 Comma 6
Codice della Strada: “le aree destinate
al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata e comunque in modo
che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico”.
Aggiungete che
secondo l’Art. 40 del medesimo codice la carreggiata deve essere delimitata da
una riga bianca.
Le strisce blu
dovrebbero rimanere al suo esterno e ciascun posto auto dovrebbe avere le
seguenti dimensioni: 2,30 m x 4,50 m, più 1,50 m per il passaggio dei pedoni.
Infine considerate
che a fronte di una determinata quantità di posti a pagamento devono essere
comunque garantiti dei posti gratuiti.
Magari avremo
torto, ma qualche perplessità su quei parcheggi resta...
Uno potrebbe
pensare che, con un po’ di buon senso, il Comune dipinga di bianco quelle
strisce blu e via tutti i problemi, ma la cosa non è così semplice e spieghiamo
ora il perché.
Le entrate
derivanti dai parcheggi attualmente non finiscono nelle casse comunali, ma in
quelle di un’azienda privata, la SIS, grazie all’accordo sul Centro Città
stipulato con la passata Amministrazione.
Questa società, tra
l’altro, due anni fa rimase invischiata in una vicenda giudiziaria per presunte
irregolarità nelle gare di appalto per la gestione dei parcheggi a pagamento di
diversi comuni italiani (come si può leggere da questo articolo de “il Cittadino di Recanati” dell’epoca).
Or dunque, se
invitiamo Paul McCartney (o il suo sosia) al Persiani, gli multiamo il
Maggiolino sulle strisce blu perché non ha esposto il cartellino?
LP